“Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti
a me”
(Gv 12,32).
Così Giovanni nel suo Vangelo esprime il mistero di Gesù nell’offerta totale di sé al Padre. Ma perché questa sua promessa possa trovare pieno compimento, occorre entrare nella dinamica dell’Amore.
Anna Rosa Gattorno ebbe la grazia di scoprire lo stile del Padre e aderendovi pienamente “Mio Bene, come posso fare perché tutto il mondo ti ami?” offrì se stessa al Signore: “Amor mio ! serviti una volta di questo tuo miserabile strumento per ravvivare la fede e la conversione dei peccatori!” Questo slancio generoso della sua anima ardente divenne man mano la costante più preziosa della sua vita che, temprata dal complesso delle vicende umane succedutesi nel tempo, raggiunse la vetta dell’immolazione totale di sé a gloria e compiacenza del Padre, per la conversione dei peccatori e la santificazione di tutti gli uomini.
Rosa Gattorno era nata a Genova il 14 ottobre
1831, da Francesco e Adelaide Campanella, famiglia di buon livello sociale
e di solida formazione cristiana. Fu battezzata lo stesso giorno della nascita
e ricevette il sacramento della confermazione nel 1843.
Educata e istruita nell’ambiente familiare, secondo l’uso del tempo, rivelò
presto un carattere sensibile, amorevole, aperto
alla carità, incline alla pietà, e tuttavia fermo, tanto da
reagire alle ideologie del travagliato clima politico e anticlericale
dell’epoca.
Ventunenne, il 5 novembre 1852 sposò il cugino Gerolamo Custo da cui ebbe tre
figli, rimanendone vedova appena sei anni dopo. Già la primogenita, in
tenerissima età, era diventata sordomuta, e l’ultimo nato, di pochi mesi, venne
meno subito dopo la scomparsa del padre. Le molte difficili prove che
si addensarono sulla sua vita matrimoniale e sulla sua maternità le lasciarono
un segno profondo; ma nel dolore Rosa Gattorno recuperò la forza dello spirito;
sicché sostenuta dalla preghiera e dalla comunione eucaristica quotidiana,
nell’appassionata contemplazione di Gesù Crocifisso si sentì chiamata a
seguirLo con singolare intensità di fede e d’amore, offrendosi totalmente a Lui
e, nella comprensione e condivisione di sofferenze e disagi di molti fratelli,
instancabilmente vi si prodigò in eroica carità, senza tuttavia
tralasciare la dedizione ai suoi figlioletti.
Presidente della “Pia Unione delle Figlie di Maria
Immacolata, le nuove Orsoline”, affidatale da don Giuseppe
Frassinetti, col pieno consenso dell’Arcivescovo Mons. Charvaz, fu anima di
varie Associazione caritative, ambita per la sua donazione e ricchezza interiore.
Guidata dal confessore, sorretta dal vivo incoraggiamento del suo Arcivescovo,
e soprattutto in generosa obbedienza all’autorevole sollecitazione del Beato
Pio IX fondò in Piacenza la Congregazione delle “Figlie di S.
Anna” (8 dicembre 1866), mettendo in atto la peculiare ispirazione
ricevuta. Ne vestì l’abito il 26 luglio 1867, dopo aver risolto inevitabili
problematiche civili; ed emise la professione religiosa nel 1870. Superando
difficoltà di ogni genere e innumerevoli prove spirituali, nel sacrificio anche
dei legami naturali e di madre sempre affettuosa, si dedicò con grande zelo
all'”Opera di Dio” totalmente affidata alla Provvidenza; ed animata
da un coraggioso slancio di carità, desiderosa solo di servire Gesù nelle
membra doloranti e ferite dell’umanità, recò a tutti l’annuncio dell’Amore
che salva e guarisce le ferite di ogni cuore. Con sensibilità e dedizione
materna, a lei peculiari, si accostò ad ogni forma di povertà e sofferenza
umana, spendendosi senza risparmio in favore dei poveri, piccoli, infermi,
anziani, indifesi, “giovani a rischio”. Il suo ardente impegno per la
salvezza delle anime e la diffusione del Vangelo non conobbe confini, sicché il
suo Istituto si diffuse rapidamente oltre che in tutta Italia, in Bolivia,
Brasile, Cile, Perù, Eritrea, Francia e Spagna. Alla sua morte, si contavano
già 3500 suore.
Anna Rosa Gattorno concluse la sua vicenda terrena a Roma, il 6 maggio 1900, con larga
fama di santità avvalorata dai tanti favori attribuiti alla sua intercessione. La causa di Beatificazione ebbe inizio nel 1912 presso il Vicariato di Roma. Adempiute regolarmente le procedure di rito, il 21 dicembre 1998 Giovanni Paolo II dichiarò che la Serva di Dio aveva esercitato le virtù in grado eroico. Successivamente la Congregazione delle Cause dei Santi esaminò, con esito positivo una prodigiosa guarigione attribuita alla intercessione della Madre Rosa Gattorno. Il decreto super miraculo fu promulgato il 28 giugno 1999, e il 9 aprile dell’anno giubilare 2000, Giovanni Paolo II proclamò Madre Rosa Gattorno “Beata”, e concesse che la sua festa fosse celebrata ogni anno il 6 maggio.
LE FIGLIE DI S.ANNA
Tanti sono gli anni trascorsi da quando le Figlie di S. Anna sono presenti in Messina.
L’amore, l’altruismo la carità cristiana sono i veri protagonisti di questa storia, definita da qualcuno, bene a ragione, “un percorso d’amore”.
La prima casa delle Figlie di S. Anna venne fondata nel 1886. Il compito delle suore era accudire ad una scuola di lavoro, di musica ed ad un asilo infantile, con lo scopo specifico di educare le giovani attraverso scuole ed asili. Di anno in anno il numero delle alunne aumentava; quindi era necessario trovare locali sempre più adatti alle esigenze.
Contemporaneamente al lavoro scolastico, le Figlie di S. Anna correvano ovunque fosse necessaria la loro presenza: accanto agli ammalati di colera nel 1887, al servizio negli ospedali.
Nel 1908 fu creato un collegio ed una scuola esterna: il giardino di infanzia, classi elementari, la scuola di lavoro, la scuola di musica e di pittura, corsi di cultura e di perfezionamento.
Nel 1894 collateralmente le suore di S. Anna vennero chiamate ad aiutare gli ammalati dell’ospedale psichiatrico (Manicomio Mandalari).
Il terremoto del 28 dicembre 1908 chiuse il ciclo di attività educativa delle Figlie di S. Anna dalle macerie però, risorse lo spirito delle suore, la cui superiora, intraprendente, chiese a sua eccellenza arcivescovo Angelo Pajno un locale ampio e degno dell’Istituzione.
Tale fu trovato accanto al Monastero di Montevergine. Iniziarono i lavori; l’opera potè essere trasferita nella splendida sede di via XIV Maggio, assumendo il nuovo titolo “Istituto S. Anna”. Si aprirono così scuole di ogni genere e grado e migliaia e migliaia di giovinetti maturarono la loro coscienza civica e cristiana.